Apertura porta ore 19:00
Chiusura porta ore 22:00
Sabato 25 giugno SnaXeS torna a far vibrare come sonagli le pareti di Punto Croce.
Porta con sé questa volta due artiste eclettiche e personali:
L’artista sonora, ricercatrice e Dj Maria Chavez e l’artista visiva e videomaker Sara Bonaventura.
In cucina ci sarà l’esperto e virtuoso Dapes a preparare inebrianti antidoti e sazianti mangiadischi.
A guidare la serata verso chiusura ci penserà il noto incantatore di SnaXeS, Grao.
Per l’occasione Sara Bonaventura presenterà la video installazione solstitium, composta da suoi video e visuals.
Mentre Maria Chavez terrà un lecture ed una performance sul linguaggio del caso, prima di lasciarsi andare in un vero e proprio djset.
Ore 19:30
Lecture | Performance + DJset
Maria Chavez – The Language of Chance
Peruviana di Lima, ma di base a New York, Maria è conosciuta come sound artist, turntablista astratta influenzata dal caso e dall’improvvisazione, e DJ, anche se il suo lavoro si espande oltre il mondo del suono, a cavallo tra diverse discipline.
Ricercatrice alla Goldsmith’s University of London, ha tenuto workshop e lecture presso un’infinità di università e istituzioni in giro per il mondo. Il suo cv è bello lungo ma è impossibile non citare le collaborazioni con Christian Marclay e il Whitney Museum of American Art, il lavoro col compianto Merce Cunningham come sound artist in residenza al DIA:Beacon Museum e la condivisione del palco con Pauline Oliveros, Thurston Moore e Phill Niblock tra gli altri.
Video installazione + Visuals
Sara Bonaventura – solstitium
Sara è un’artista visiva laureata in arte contemporanea e gender studies. Ha prodotto video e visual per performer e musicisti del calibro di Carla Bozulich e Von Tesla, selezionati proiettati e premiati in numerosi festival italiani e internazionali.
Di etica ed estetica fieramente DIY, ama interpolare il suo girato con animazioni stop-motion e found footage. Faceva video prima ancora di iniziare a filmare, dando senso ai frammenti col montaggio.
Se la superficie si crepa, la frattura diventa superficie, e quella rottura è intensità che porta la libertà del senso, non la morsa del significato.